Cosa rende un viaggio davvero speciale?
Da millenni artisti, scrittori e cantastorie hanno tentato di sintetizzarne gli umori, collezionando all’interno di componimenti artistici e poetici le loro considerazioni in merito sul cosa voglia dire avventurarsi in lande sconosciute.
Viaggiare è pericoloso, in senso lato. Ci costringe ad uscire dalla nostra routine quotidiana e ad affrontare ambienti di cui siamo totalmente all’oscuro. L’unica certezza, per chi viaggia, è che quello che la città sarà disposta a darci, sarà sempre un qualcosa di avvolto in un manto di imperscrutabile mistero.
Un mistero che i viaggiatori sono disposti, ostinatamente, a svelare a tutti i costi.
Punjab Chronicles di Alessandro Rocchi riassume perfettamente questi concetti, portandoci alla luce piccoli racconti di strada colti nel loro divenire.
La serie ci catapulta dentro le strade di Punjab, una regione nel nord del Pakistan al confine con l’India. Qui, la vita, nel suo insieme, scorre veloce e leggera, scandita dai suoni dei motori e dal chiacchiericcio dei passanti.
Alessandro è un viaggiatore e come tale ha un’idea generale del luogo, dei suoi abitanti, tuttavia cerca di tenerla ben stretta al guinzaglio: sa bene che in questi contesti l’istinto è l’unica bussola e l’occhio, alleato perfetto di ogni fotografo, il compagno a cui affidarsi ciecamente.
Punjab Chronicles ci parla di vita, dell’energia e del mistero che solo una città come Punjab riesce a sprigionare. In queste immagini, che colgono la bellezza e la poesia di un luogo esotico, si incanala, come un liquido in un recipiente, quello che la quotidianità cerca ostinatamente di lasciare libero.
Voci, rumori, odori e scene di spensieratezza si susseguono a ritmo cadenzato, compartecipando alla formazione di istanti, a tratti, risolutivi e alla sottolineatura dei particolari che fondano, e fanno sopravvivere, una città: un conglomerato chiassoso e complesso fatto di scambi di merci, di parole, di desideri e di ricordi (cit. le città invisibili, di Italo Calvino).
Una serie fotografica che ci mostra una Punjab sconosciuta ed infinita, una Punjab, che vista da fuori, è quella di un racconto di “Le mille e una notte”.